Fortunatamente un pirata con l'ossessione per l'eyeliner e alla ricerca della fonte dell'eterna giovinezza dimostra che anche se tutto quello che luccica non è oro, a volte può far divertire, seppur con moderazione.
Il cast: orfano di Orlando Bloom e Keira Knightley, il palcoscenico è rimasto tutto per Johnny Depp (che, a quanto sembra, ha dato una mano pure per la sceneggiatura) ed è intorno al suo personaggio che ruota tutto. Gli altri attori sono ridotti a comprimari non sempre pienamente calati nella parte.
Penelope Cruz, sostituita in alcune scene dalla sorella Monica (causa gravidanza), nella parte della tatuata figlia di Barbanera non se la cava troppo male, anche se spreca senza tanta convinzione la scena più drammatica del film.
Il Barbossa di Geoffrey Rush persegue privo di scrupoli il suo disegno di vendetta, mentre Ian McShane interpreta un Barbanera che a tratti sembra chiedersi cosa stia a fare in scena, e che commette lo stesso errore della Cruz.
Al duo composto da Sam Claflin (padre Philip) e Astrid Berges-Frisbey (Serena) spetta il compito - visto lo stato di indecisione sentimentale del capitano Sparrow e della bella Angelica - di portare avanti la parentesi rosa della pellicola. Da manuale.
Fotografia: sempre nitida, con colori brillanti. Molto belle le scene girate al lume di candela e l'attacco notturno delle sirene.
Colonna sonora: il riuscito tema di Klaus Badelt e Hans Zimmer, già presente ne "La maledizione della prima luna" è riproposto anche qui...
La trama: Jack Sparrow - pardon - il "Capitano" Jack Sparrow alla ricerca della sua Perla Nera si era già visto, così come la bussola magica, la ciurma non-morta, il tetro vascello pirata e gli inseguimenti con la guardia di Sua Maestà. Le carte con cui è costruita la storia sono poche, il che accentua la sensazione di già visto, ma il risultato è comunque gradevole.
Pirati dei Caraibi - oltre i confini del mare, è nettamente superiore sia al secondo che (soprattutto) al terzo capitolo della serie: basta dimensioni alternative, mondi paralleli post mortem, divinità cartomanti e ciurme pesciformi, si ritorna a qualcosa che si avvicina alla formula che ha reso riuscito il capostipite... bei costumi, grandi velieri, un pizzico di fantasy, una spruzzata di horror e azione!
Stroncato a Cannes dalla critica "L'ultima nave è salpata da un pezzo" va preso per quello che è, una favolona colorata e roboante, con cattivi veramente cattivi, affascinanti mostri marini, spagnoli ultraconservatori cattolici, duelli a fil di spada e qualche non-sense (vedi il numero di giorni necessari a raggiungere i Caraibi partendo dall'Inghilterra).
La frase: "Non sprecare la mia lacrima".
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