The Avengers

Se le vostre aspettative, dopo esservi recati al cinema quasi per caso, sono quelle di annoiarvi inesorabilmente desiderando di addormentarvi, la fatica di Joss Whedon potrebbe non deludervi. Almeno per un'ora abbondante.

La storia è abbastanza semplice. Ogni famiglia ha una pecora nera e quella di Odino non fa eccezione... anzi, nel caso del dio di nordica tradizione si tratta di un nero pecorone cornuto (causa elmo)... il figlio adottivo Loki. Tale soggetto, non pago di essere rimasto per un bel pezzo in esilio nel vuoto cosmico, a causa della smodata invidia per il fratello Thor (una sorta di pastore in giacca di maglia e martello da guerra, ma più alto, bello, muscoloso e con i capelli lunghi, biondi e senza le doppie punte), riesce a farsi spedire sulla Terra da un popolo di alieni guerrieri con il compito di aprire, tramite un cubo transgenico simile a quello dei robottoni di Cybertron (ma più figo, perché illuminato di luce azzurrognola) un portale in grado di consentire l'invasione del pianeta blu e dell'universo intero. In teoria l'impresa avrebbe dovuto essere semplice, tanto più che gli scienziati americani, pur sapendo che l'esaedro regolare avrebbe potuto portare sulla Terra chissà quale disgrazia, hanno ben pensato di alimentarlo quasi fosse una abat-jour.

Quando i numerosi super-eroi terrestri decideranno finalmente di smetterla di darsele tra loro, senza molto senso, e di ricacciare gli invasori nel loro (o nell'altro) mondo, inizierà finalmente la parte apprezzabile della pellicola.

The Avengers è la quint'essenza del cinefumetto un po' infantile: coloratissimo, privo di volgarità (descrizione di Loki della Vedova Nera a parte), ricchissimo di effetti speciali, esplosioni, inseguimenti, scontri e azione, ma con uno spessore dato ai personaggi estremamente risibile. L'esatto opposto dell'impronta data da Nolan ai film del Cavaliere Oscuro, o – seppur in misura minore – da Bryan Singer ai due primi X-Men e da Matthew Vaughn a First Class. A onor del vero c'è da dire che qui e là sprazzi d'umanità e d'introspezione compaiono quasi per tutti i vendicatori, ma sono sporadici momenti, sommersi dall'azione pura.

Quindi il film è da buttare? Decisamente no, ma va preso per quel giocattolone, iperpompato dagli effetti speciali, che è. Si tratta di una pellicola senza via di mezzo, che si odia o si ama smodatamente (accettandone a priori i numerosi non-sense). Un blockbuster attesissimo dagli appassionati, in grado di risollevarsi inaspettatamente dopo una (lunga) falsa partenza e che si rivela essere molto divertente, con battute e situazioni che in più di qualche occasione fanno scoppiare in sala momenti d'ilarità.

Robert Downey Jr. spicca sul resto del cast, comunque azzeccato e in piena forma. La Johansson potrebbe sembrare la meno in fase del gruppo, ma il suo interrogatorio (quello sulla portaerei, non il primo) ce la fa apprezzare, oltre che per la tutina aderente, anche per altre ragioni. Mark Ruffalo è senza mezzi termini il Bruce Banner più credibile del grande schermo.Chris Hemsworth e Chris Evans sono lì per la gioia del pubblico femminile, mentre Samuel L. Jackson presta il suo volto a un cinico ed alquanto manipolatore Nick Fury.

Il 3D appare totalmente superfluo, manca di profondità e, togliendo luminosità e contrasto, non fa altro che sminuire l'ottima fotografia.

Ai botteghini The Avengers ha frantumato ogni record d'incassi, rangranellando in pochi giorni (e ad oggi - 12 maggio) la bellezza di 300 milioni di dollari.

Le frasi:
“...il bersaglio è arrabbiato! Il bersaglio è arrabbiato!!!”
“Hulk, SPACCA”




Giudizio globale: