mercoledì 22 aprile 2015

Bullet to the head

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Bullet to the head

New Orleans, una notte come tante. Due falsi poliziotti entrano in un hotel di lusso per eliminare un vero piedipiatti, arrivato da New York per spassarsela tra cocaina e prostitute. Compiuto l'omicidio, uno dei due, tale James Bonomo (Sylvester Stallone), anziché eliminare anche la meretrice sotto la doccia (unico testimone del delitto) distrugge uno specchio con un proiettile e spara una balla al suo compare.

Bullet to the head - Sylvester Stallone

Non si è arrivati al minuto sette che l'opinione su quello che dovrebbe essere il protagonista è già cambiata per la terza volta (poliziotto inflessibile - assassino spietato - criminale con qualche principio morale). Più avanti si scoprirà che il seppur ammirevole "codice" comportamentale di James (Jimmy Bobo per gli amici) non deve essere il massimo per un malavitoso, dato che il nostro eroe è stato arrestato ben 26 volte, ha subito 4 processi e scontato 2 condanne.
Ad ogni modo, dopo essersi liberato di orologio e portafogli della vittima, James confessa al suo compare Louis (Jon Seda) di aver risparmiato la prostituta... e neanche lui non se la prende poi troppo, perché in fondo è un bonaccione dalla faccia simpatica. I due finiscono a bere birra e Bourbon in un locale in cui si sta esibendo un gruppo country, aspettando di ricevere il compenso pattuito per l'omicidio, ma ad aspettarli trovano un ex mercenario intenzionato a ripagarli in modo diverso...

Bullet to the head

Jimmy Bobo – Bullet to the head è la pellicola che segna il ritorno alla regia di Walter Hill. È un film d'azione tratto dal romanzo a fumetti Du plomb dans la tête, e pur essendo vietato ai minori di 17 anni negli USA (14 anni in Italia) è stato distribuito dalla Disney Pictures (chissà cosa direbbe zio Walt). I motivi del divieto stanno negli espliciti riferimenti all'uso di alcool e droghe da parte dei personaggi, nella presenza di qualche superflua scena di nudo, della violenza gratuita e, non da ultimo, nel fatto che il protagonista sia un delinquente che persiste nell'agire come tale, sino alla fine, fregandosene della presenza di testimoni e/o poliziotti.

Bullet to the head - Sarah Shahi

La creatura di Walter Hill è dotata di un buon ritmo e di una sottile vena d'umorismo, preparata secondo una ricetta già più volte utilizzata dallo stesso regista nel corso degli anni '80: coppia di protagonisti molto diversi fra loro, fisicamente, caratterialmente e a livello di pulizia della fedina penale, alle prese con criminali senza scrupoli. E un film di quell'epoca sembra di stare a guardare: la fotografia è piuttosto nitida, ma i colori sono tutt'altro che brillanti, in qualche scena poi si è optato per la camera a mano, e alcune riprese sono avvenute con il cielo coperto, in giornate afose, o in condizioni di luce precaria (imbrunire o mattino presto)... ciò ha fatto sì che in certi momenti, anche nel girato esterno, vi sia una eccessiva prevalenza di tinte bluastre o violacee.

Bullet to the head - Sung Kang

A livello interpretativo non c'è molto di cui lamentarsi: Stallone, a parte il fatto che sembra avere incollato sulla testa un pezzo di moquette, sfoggia una serie di espressioni sempre credibili, e Sung Kang (l'incorruttibile poliziotto) non è da meno. Apprezzabile il fatto che per il film si aggirino Christian Slater (un avvocato senza scrupoli) e una seppur pesantemente tatuata Sarah Shahi (la figlia di Jimmy). Jason Momoa (Keegan, il mercenario) a livello di presenza fisica c'è, ma in qualche occasione assomiglia più a un bullo di quartiere che a uno spietato assassino.

Bullet to the head - Christian Slater

Bullet to the head è un film che non offre nulla di nuovo, ma ripropone i medesimi schemi utilizzati nelle pellicole d'azione vecchio stampo, con l'unica variante che in questo caso uno dei protagonisti è un criminale mica tanto redento, con un proprio codice di condotta morale, ma privo di una coscienza che lo tormenti per ciò che ha fatto. E l'evoluzione del personaggio non arriva nemmeno sul finale.
È da guardare? In giro c'è di meglio, ma anche di molto, molto peggio. Dura un'ora e mezza o poco più, e si tratta di intrattenimento leggero, senza tante pretese. Non è il migliore Walter Hill e difficilmente lo vorrete rivedere tanto presto (soprattutto dopo aver assistito al delirante agire dei “cattivi” nel finale), ma non dispiace.

Ultima nota: la colonna sonora, composta da Steve Mazzaro, è stata prodotta da Hans Zimmer.


Le frasi:

  • Le pistole non uccidono le persone. I proiettili lo fanno.
  • Mi sono dato alcune regole.... niente donne... niente bambini.
  • Gli darò quello che vogliono. E poi creperanno.
  • Bang. Steso. Preso.
  • Vogliamo combattere, o speri di ammazzarmi di noia?


Giudizio globale:voto AT discreto
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