sabato 17 dicembre 2016

Rogue One: a Star Wars story

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36 anni dopo L'Impero colpisce ancora Gareth Edwards e la Disney ci regalano un film che non ha niente della glassa zuccherosa che contraddistingue i prodotti di casa Topolino.
Rogue One è cupo, dannatamente triste, insospettabilmente bello.


Galen Erso (Mads Mikkelsen), stanco di progettare strumenti di morte per l'Impero, si è nascosto su un vulcanico e poco ospitale pianeta, assieme alla moglie e alla figlia piccola, dedicandosi all'agricoltura. Qui viene raggiunto dall'ufficiale ed ex collega Orson Krennic (Ben Mendelsohn) che, sapendo quanto Galen sia indispensabile per il completamento di una nuova potentissima stazione da battaglia (la Morte Nera), è deciso a riportarlo nel mondo civilizzato, a tutti i costi.
La piccola Jyn riesce a sfuggire alla cattura, e viene portata in salvo da Saw Gerrera (Forest Whitaker), un ribelle estremista. A sedici anni però Jyn (Felicity Jones) viene abbandonata in un bunker con un coltello e un blaster carico... per sopravvivere si dà ai traffici illegali, e finisce ben presto per diventare ospite fissa delle galere e dei campi di lavoro...


Rogue One si inserisce tra La vendetta dei Sith e Una nuova speranza, esattamente tra la trilogia di inizio anni 2000 e quella originale, e narra le vicende del gruppo che ha sottratto i progetti integrali della Morte Nera (Death Star nel resto del mondo). Si tratta di un film della saga di Star Wars, ma nel quale non ci sono duelli con le spade laser, Jedi, alieni assurdi, ragazzine che imparano da sole a farsi obbedire dai soldati nemici e che riescono a maneggiare armi esotiche o a pilotare navi stellari nell'arco di pochi istanti. Si tratta di un film di guerra, molto curato nei particolari, con personaggi estremamente ben caratterizzati, singolari e immediatamente riconoscibili, nel quale la Forza non è altro che una vecchia religione, forse inutile e destinata a scomparire come hanno fatto i suoi custodi, trucidati senza pietà dall'Impero. Rogue One è anche una delle rare pellicole moderne nella quale non sia presente alcuna storia d'amore... e questa, oltre ad essere una scelta coraggiosa degli sceneggiatori, contribuisce non poco a non alleggerire il senso di minaccia dato dalla Morte Nera, operativa e in grado di annientare, in pochi istanti, miliardi di vite in qualsiasi punto della galassia.


In aggiunta a quanto già detto si è operato un sapiente riequilibrio tra le capacità dell'Alleanza e quelle Imperiali, che rendono la pellicola più un film bellico che una fiaba: i caccia imperiali sono perciò in grado di abbattere le controparti ribelli con relativa facilità (scordatevi quindi di vedere gli X-Wing fare strage di Tie Fighter), gli Stormtrooper non sono più affetti da strabismo (che li portava a mancare navi spaziali grandi come palazzi da pochi metri di distanza), le truppe speciali sono davvero letali, ed infine la superiorità numerica non è più mera apparenza.


Gareth Edwards ha realizzato un bell'esempio di come uno spin-off o un prequel dovrebbe essere: la storia è plausibile, avvincente, ricca di particolari.

Una piccola nota negativa va all'adattamento italiano: o si traducono tutti i nomi, o si lascia tutto in inglese... sentire dei caccia "ala U" e qualche istante dopo un incrociatore "Star Destroyer" fa storcere non poco il naso, e non parliamo di quel "Rogue UNO". Il vero nome della Morte Nera sarebbe Stella della Morte, sembrerebbe un dettaglio da poco, ma usare il primo anzichè il secondo fa perdere significato a quel Stellina, usato spesso da Galen per la figlia Jyn Erso.

Altra piccola cosa... la computer grafica usata per ricreare attori morti da decenni o che, a differenza dei loro personaggi, non hanno più vent'anni ma sessanta, per quanto ben fatta lascia un po' di amaro in bocca. I volti hanno qualcosa di vagamente gommoso, la scelta della palette cromatica è a tratti incoerente e la resa espressiva non è del tutto convincente...


Ogni cosa in Rogue One si incastra perfettamente con Una nuova speranza, sia a livello di intreccio della trama, che a livello visivo. Si è quindi scelto di riproporre la medesima obsoleta grafica delle apparecchiature e dei computer presenti nei tre film più vecchi, lo stesso tipo di inquadrature dei piloti all'interno dei caccia, le stesse divise ribelli in stile fine anni '70, resistendo alla tentazione di modernizzare e rendere il tutto meno vintage. Costantemente sono sparse qua e là citazioni e piccole chicche, potrete così scoprire – ad esempio – perchè a Luke sarà affidato il caccia Rosso Cinque...

Darth Vader, per i pochi istanti in cui compare, è grandioso, così come grandiosi sono i minuti finali, nei quali tutto si combina in modo da rendere plausibile e perfetto l'inizio dell'Epidosio IV.


Rogue One - che non avrà seguiti - racconta le gesta di un eterogeneo gruppo di eroi sconosciuti che, tanto tempo fa, ha permesso di riscrivere la storia di una galassia lontana lontana.

Oltre alla carismatica Jyn Erso faranno la loro parte il Comandante Cassian Andor (Diego Luna), spia e assassino dell'Alleanza, il suo caustico droide K-2SO (che ha le movenze di Alan Tudyk), un automa imperiale di sicurezza riprogrammato, Chirrut Îmwe (Donnie Yen), un Guardiano del Tempio Jedi, non vedende e dalla fede inalterata, Baze Malbus (Jiang Wen), un Guardiano che invece la fede la ha perduta e il disertore Bodhi Rook (Riz Ahmed).
La profondità e la credibilità dei personaggi emerge dai piccoli particolari, il Comandante Andor - ad esempio - affida costantemente la sua vita a K-2SO (che degli innocui droidi dell'Allenza non ha proprio nulla), ma non si fida a consegnargli un'arma da fuoco...


La fotografia ha colori ben bilanciati, non virati artificialmente verso tonalità mono o bicromatiche (tipo gli stra-abusati arancio-azzurro), ma in alcune scene perde di nitidezza in modo sensibile. Le immagini, anche nelle scene più scure, rimangono sempre ricche di particolari e caratterizzate da un buon contrasto.


La colonna sonora per la prima volta non è stata realizzata da John Williams ma da Michael Giacchino. Ha toni forse meno epici e grandiosi di quelle delle altre pellicole, ma si adatta alla perfezione allo spirito del film, e in alcuni momenti ripropone alcune delle note e degli accordi che sono rimasti impressi in maniera indelebile nella memoria degli spettatori.


Le frasi:
  • Quello che faccio lo faccio per proteggerti...
  • Il mondo sta andando in pezzi. Le bandiere imperiali imperversano nella galassia.
  • Basta non alzare la testa tanto da vederle.
  • Le stelle più luminose [forti] hanno un cuore di Kyber.
  • Il Capitano ha detto che sei un'amica. Io non ti ucciderò.
  • Grazie!
  • Io ci sarò sempre per te. Il Capitano ha detto che devo.
  • Affascinante!
  • Non voglio che cercando di colpire te, feriscano me.
  • Non sarebbe poi così male.
  • Abbiamo il 97.6% di chance di fallimento.
  • Lo fa a fin di bene.
  • Io sono uno con la Forza, e la Forza è in me.
  • Sei costantemente imprevedibile, Jyn Erso.


Giudizio globale:
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